A pochi chilometri dall’Aeroporto di Milano Bergamo e a pochi minuti da Milano, la Brianza Lecchese si conferma una meta ideale per trascorrere emozionanti momenti di svago e relax nella tranquillità di un’oasi naturale. Immersa nella natura di una zona pianeggiante e collinare è l’ideale per escursioni nei parchi naturali, tra ondulate colline riposanti, prati verdi e boschetti. Diverse SPA, alcune collegate ad hotel innovativi, propongono trattamenti per una pausa rigenerante nel pieno benessere. Ma non solo. E’ anche un’area enogastronomica rinomata con aziende agrituristiche qualificate e un’importante meta turistica per visite culturali d’eccellenza.
Tra le testimonianze più significative assolutamente da visitare la Basilica di San Pietro al Monte e l’Oratorio di San Benedetto a Civate. Ci si arriva solo a piedi con un’ora di cammino lungo una mulattiera che parte da Civate dal Monastero di San Calocero.
In San Pietro si possono ammirare l’affresco dell’Apocalisse e gli stucchi della cripta e del ciborio, testimonianza inestimabile dell’arte lombarda del XII secolo. Mentre l’Oratorio di San Benedetto, risalente alla metà del XI secolo, conserva un raro esempio di altare affrescato da pittori locali (X-XII sec.).
Di altrettanta bellezza la Chiesa parrocchiale di Santa Eufemia e il Battistero di San Giovanni BattistaaOggiono. La chiesa, fondata nell’XI secolo e rifatta nel XVII secolo, custodisce un affresco di Andrea Appiani e un polittico di dieci pannelli di Marco D’Oggiono, importante pittore discuola leonardesca, una delle più preziose opere del territorio brianzolo. L’adiacente battistero, a pianta ottagonale e coperto da una cupola di tufo, conserva l’originario fonte battesimale, affreschidatabili da XV al XVI secolo e frammenti di antichi affreschi nel presbiterio del XIII secolo.
Testimonianze di archeologia industriale nella Brianza lecchese
Nel territorio sono numerose le testimonianze dello sviluppo cittadino legato alla lavorazione della seta, uno dei primari fattori economici del Lecchese. A Garlate il Museo della Seta Abegg conserva macchine artigianali e industriali funzionanti, attrezzi di lavoro legati alle fasi di allevamento del baco da seta, di filatura e torcitura.
Da Ello verso Galbiate si trova il Complesso dello Zero, con torcitoio, diga e condotte d’acque in collegamento con altri opifici, tra cui il principale della Torre. Questi impianti, riorganizzati nella seconda metà dell’Ottocento, appartenevano ai De Vecchi, che avevano anche la bella filanda di Vergano; ad Ello la famiglia Dell’Oro mostra ancora in funzione i vecchi macchinari. Nella valle di Galbiate si trovano ancora strutture di mulini, segherie e filatoi. Degli edifici della seta a Galbiate sussiste in veste neoclassica la filanda Ronchetti, in parte ancora usata come torcitura.
Nella vicina Valmadrera si possono ammirare alcuni complessi serici; nella località di Parè è ancora visibile una filanda e filatoio nell’impresa Bovara. Lo sviluppo architettonico di una manifattura borghese tra le maggiori d’Italia si trova nella parte centrale dell’opificio Gavazzi, con villa padronale, costruito intorno al 1820, conosciuto come il “Filandone".
Oltre alla seta un chiaro esempio di archeologia industriale è rappresentato dal ponte Rothlisberger di Paderno d’Adda, costruito tra il 1887 ed il 1889 e ritenuto un capolavoro di ingegneria, al punto da venire inserito nell'elenco dei maggiori ponti ad arco del mondo.
Leonardo da Vinci soggiornò in queste zone più volte tra il 1483 e il 1498, vide la Brianza, passò ad osservare il fenomeno di Fiumelatte, entrò in Valsassina a vedere miniere ed officine del ferro e del rame. Ospite della famiglia Melzi di Vaprio studiò la navigabilità del fiume Adda ed il collegamento Lecco-Milano: rimangono i suoi preziosi disegni di ingegneria fluviale che vennero poi realizzati nel Settecento.
Il soggiorno in Brianza fu fecondo per l’ispirazione del grande genio, come si desume dai suggestivi paesaggi selvaggi raffigurati sullo sfondo dei suoi dipinti: la "Gioconda", la "Madonna e S. Anna" e la "Vergine delle Rocce".
Nel verde della Brianza sud-orientale, su una collinetta verde, sorge Montevecchia, piccola cittadina di poco più di duemila abitanti racchiusa nel Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Una posizione ideale per avvistamenti fin dall’epoca Romana, dalla quale si gode uno splendido panorama. La svettante collina morenica ricorda il bel paesaggio toscano.
Per arrivare a Montevecchia si percorre una strada a tornanti tra colline, vigne, cascine e nobili dimore. Al culmine svetta il Santuario della Beata Vergine del Carmelo, di impronta Barocca e simbolo del culto mariano in Brianza, che conserva importanti affreschi.
Ci si accede salendo una scalinata di ben 181 gradini intersecata da un sentiero che porta alle secentesche edicole della Via Crucis.
Meritano una visita poi la Chiesa Parrocchiale S. Giovanni Battista Martire, l’Oratorio di S. Bernardo, l’Oratorio S. Mauro-Passone, l’Oratorio S. Giuseppe-Ostizza.
Piatti gastronomici della Brianza lecchese
L’autunno con la vendemmia è il periodo ideale per godere le bellezze del territorio della Brianza e gustare i prelibati piatti gastronomici delle trattorie e aziende agrituristiche locali dove vengono serviti salumi e formaggio “robiolini” e ottimi vini locali.
Ma anche in primavera ed estate con la natura rigogliosa, percorrendo a piedi o in mountain bike i numerosi sentieri e ammirando un panorama di assoluta eccezione. Ma anche in primavera ed estate con la natura rigogliosa, percorrendo a piedi o in mountain bike i numerosi sentieri e ammirando un panorama di assoluta eccezione.
BASILICA DI SAN PIETRO AL MONTE E ORATORIO DI SAN BENEDETTO
Informazioni: Parrocchia. Per visite guidate: Associazione Amici di San Pietro. Raggiungibile solo a piedi su sentiero (300 mt. di dislivello) con un’ora di cammino.
CHIESA DI SANT’EUFEMIA E BATTISTERO DI SAN GIOVANNI
Nella vicina sponda orientale del Lago di Como merita un cenno il Museo della Seta Monti. Intorno al 1818 Pietro Monti trasformò un antico follo di pannilana con annessa roggia e ruota idraulica, in un filatoio per sete. Nel 1869 ampliò l’edificio e vi aggiunse un fabbricato per la filatura dei bozzoli e dopo un lungo periodo di stasi e degrado nel 1978 gli edifici furono acquistati dal Comune. Dal 1981 iniziò il recupero del filatoio e il restauro delle macchine, tra cui un grande torcitoio circolare del 1818 rimesso in funzione.
MUSEO DELLA CASA NATALE
DI CESARE CANTU’
Brivio (Lc) Nel museo sono raccolte opere e ricordi dello scrittore e storico Cesare Cantù. Via Cesare Cantù. Comune di Brivio Informazioni: Centro Studi Cesare Cantù
ECOMUSEO ADDA DI LEONARDO
Fiume Adda L’Ecomuseo Adda di Leonardo offre i segni di una collaborazione secolare fra l’acqua generosa e un popolo industrioso; un museo all’aperto in cui scoprire le emergenze storiche, artistiche, archeologiche e naturalistiche del territorio. Si compone di 14 tappe lungo il fiume Adda comprendente 47 stazioni di rilevante interesse socio culturale. Dal 2008 il Parco Regionale dell’Adda Nord propone a partire dal mese di aprile sino a settembre un progetto di navigazione fluviale con fini turistico-culturali lungo il corso del fiume Adda per mezzo di battelli ecologici.
Monticello (Lc) - Via Monte Grappa, 21. Villa Greppi a Monticello è un grandioso edificio neoclassico già dei nobili Casati, il cui ultimo discendente, il marchese Francesco Casati, vi soggiornò nei mesi invernali sino alla sua morte avvenuta nel 1837. Divenne successivamente proprietà della famiglia Greppi, della famiglia Ponti e poi bene pubblico.
Non è noto il nome del progettista, si suppone sia stata costruita nei primi anni dell’Ottocento. La residenza presenta un ingresso monumentale e severo a tre archi di forme neoclassiche al quale si accede attraverso un viale alberato. Il cortile interno d’onore è delimitato sul lato opposto all’ingresso dall’abitazione signorile. L’interno evidenzia una ricchezza di decorazioni di gusto e grande raffinatezza. Aperto su prenotazione solo a gruppi e scolaresche, o in caso di eventi straordinari.
Merate (Lc) Villa Belgioioso a Merate è uno dei più rimarcabili esempi di ville frutto della società milanese del Settecento. L’immagine odierna deriva da una serie ininterrotta di interventi che hanno interessato il primo agglomerato di case cinquecentesche.
Al Settecento risale l’aspetto attuale con la costruzione di un nuovo ingresso, del viale di cipressi e del giardino all’italiana poi sostituito con l’attuale giardino inglese di ispirazione romantica.
L’immagine esterna della facciata colpisce per le diverse cornici alle finestre, sobrie e quasi neoclassiche al piano terra, in contrasto con quelle lineari, simili a semplici cornicioni, poste ai piani superiori.
VILLA SOMMI PICENARDI
Olgiate Molgora (Lc) - Via Castello, 2. Villa Sommi Picenardi a Olgiate Molgora è una delle residenze più prestigiose della Brianza, la cui costruzione iniziale risale al Medioevo: dopo successivi rifacimenti fu restaurata nel secolo XVII. Nel 1702 fu costruita la chiesetta. Fa contorno il giardino all’italiana e il viale d’accesso delimitato dai pioppi. Ha aiuole con cespugli di bosso potati a forma di sfera, vasche con zampilli d’acqua e un ninfeo posto in una piccola grotta sotto una delle scalinate. Inoltre vi sono anfore e statue barocche, rappresentanti fauni e figure mitologiche. Il parco romantico nella parte anteriore risale alla fine del 1800 e ospita un platano orientale di circa 190 anni. La famiglia Sommi Picenardi acquistò la villa nel 1920.
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