19 ottobre 2022

“Daimon. Scopri il tuo spirito guida e guarisci con i miti”

Intervista a Selene Calloni Williams, esperta di psicologia, yoga sciamanico e autrice di numerosi bestseller
Incontriamo Selene Calloni Williams per scoprire insieme all’autrice i punti fondamentali del suo ultimo libro “Daimon. Scopri il tuo spirito guida e guarisci con i miti”.
 
Selene Calloni Williams
Selene Calloni Williams con il libro "Daimon" e il suo cane Aki. Foto: Copyright © Selene Calloni Williams.
Daimon di Selene Calloni Williams
Il libro "Daimon" di Selene Calloni Williams. Foto: Copyright © Selene Calloni Williams.
 
Selene ci puoi spiegare cos’è il Daimon?
Il daimon è ad un tempo il nostro destino e colui che conosce il nostro destino e ci conduce alla sua realizzazione, il nostro spirito guida. Il daimon parla per immagini (che sono eventi), perciò in tutte le piccole e grandi cose che ci accadono, anche una malattia, un meraviglioso tramonto, il volo di un uccello che attraversa il nostro spazio visivo, noi possiamo sentire la sua voce. Imparare a decifrare il linguaggio del daimon è la stessa cosa che imparare a decifrare il linguaggio del mito. Ciascuno di noi vivendo mette sulla scena della vita un mito e ciascuno di noi si risolve, si riscatta, si libera quando “vede” il mito che sta vivendo e, iniziando a dialogare con il proprio daimon, si fa co-creatore del proprio destino, cessando di esserne vittima.
Attraverso la lettura delle pagine di questo libro, i suoi racconti, i suoi esempi e i rituali qui descritti, chiamati OMI, One Minute Immersion, puoi apprendere il linguaggio del daimon e del mito compiendo una rivoluzione della coscienza e acquisendo una visione e un metodo di pensiero immaginaleEraclito, nella celebre massima “ethos anthropoi daimon” (ἦθος ἀνθρώπῳ δαίμων), “il carattere di un uomo è il suo destino” ci parla del daimon come del nostro destino, determinato dalla nostra indole. Per gli orfici il daimon coincide con l’anima stessa. Quando si parla di daimon si può fare riferimento al destino di un uomo e simultaneamente al suo spirito guida, ovvero a colui che conosce la sua missione, il perché l’anima è venuta, o addirittura all’anima stessa. Incessantemente il daimon sussurra la missione dalle profondità del cuore dell’uomo per consentire la sua realizzazione. Trovare la voce del daimon dentro di noi, lasciarsi guidare è la via che porta all’eudaimonia. In Socrate l’eudaimonia indica la comunione con un buon (eu) daimon o spirito guida, essa è ad un tempo lo stato della piena realizzazione del proprio destino e la felicità. Essere felice, dunque, realizzare la missione dell’anima. Nel Cristianesimo, il ruolo del daimon è assunto dall’angelo custode.
 
Selene Calloni Williams
Selene Calloni Williams. Foto: Copyright © Selene Calloni Williams / ph Adrian McCourt.
 
Come si può intensificare il contatto con il nostro maestro interiore, lo spirito guida che conosce la missione per la quale la nostra anima è venuta al mondo e costantemente bisbiglia alle nostre orecchie?
Per connetterci con la voce del daimon dobbiamo silenziare il brusio del mondo, liberandoci della ossessiva voce della mente che pensa, analizza, calcola, riflette, giudicando e separando. Zittire la mente è il modo per ascoltare il daimon. Il contatto con la natura, la meditazione e tutte le discipline spirituali e artistiche che ci liberano dall’ansia e dalla paura possono aiutarci a raggiungere lo stato di non-mente, che la condizione in cui il daimon si ode chiaro e forte. Il daimon parla per immagini e il suo tono è poetico e mitico. La psiche stessa, che rappresenta l’insieme delle energie e dei mezzi del daimon, ha struttura poetica. Ecco perché per intendere il daimon e il mito che stiamo mettendo sulla scena della vita abbiamo necessità di staccarci dalla mente dualistica-razionale e di acquisire una mente poetica, un pensiero del cuore.
Il daimon è la nostra vocazione ed è la conoscenza degli strumenti che ci servono per realizzarla. Esso manifesta la sua voce da subito, persino nel modo in cui i nostri genitori ci concepiscono, nel modo in cui veniamo al mondo, nei giochi della nostra infanzia, nei sogni onirici e nei nostri desideri e passioni. Perciò dobbiamo fare molta attenzione a tutto ciò, essere consapevoli anche dei desideri più reconditi che ci portiamo dentro, il che non significa a tutti i costi tentare di realizzarli, ma riconoscerli, sapere che sono con noi. Prestare attenzione ai segni interiori ed esteriori, in quanto riflessi gli uni degli altri, senza giudicare, analizzare, riflettere, prestare attenzione stando nello stato naturale, lo stato in cui non c’è nulla da pensare è il metodo per intendere la voce del daimon. La buona riuscita è strettamente legata all’assenza di paura. Ovviamente più c’è ansia, paura, senso di colpa, più si ha bisogno di giudicare, analizzare gli avvenimenti nel tentativo di misurarli, prevederli, controllarli. Lasciarsi andare è il modo migliore per intuire il linguaggio del daimon. Il nostro spirito guida ci chiede sempre la prova della fede e, se ci affidiamo, ci conduce impeccabilmente e infallibilmente verso la realizzazione della nostra missione, a volte persino in assenza di sforzo, trasportandoci oltre ogni ostacolo.
 
Selene Calloni Williams
Selene Calloni Williams. Foto: Copyright © Selene Calloni Williams / ph Adrian McCourt.
 
Quali sono i miti che hai scelto di raccontare nel tuo nuovo libro e perché hai scelto proprio quelli?
Sono otto miti e letti uno dopo l’altro consento di effettuare un percorso profondo nella psiche di scoperta e guarigione. Il primo è il mito di Arianna. Leggere o ascoltare questo mito (a partire da dicembre 2022, infatti, il libro è disponibile anche in formato Audible e si può ascoltare) significa appropriarsi del codice per decifrare e risolvere l’esperienza del tradimento e riuscire ad attraversare l’esperienza in modo vincente. Il secondo è il mito di Antigone che ci fornisce gli elementi per cogliere le ragioni profonde dei nostri fallimenti e del nostro vittimismo, in modo da superarle e non fallire più, non essere più vittime. Poi viene il mito di Perseo che ci dà la possibilità di partire da un rifiuto o da un abbandono e andare a conquistarci il superpotere dell’invisibilità. La lettura del mito di Cassandra, che segue il mito di Perseo, ci aiuta a vincere il dubbio, a vivere le esperienze fino in fondo, esorcizzando la paura tramite l’emozione. Il mito di Orfeo, poi, ci presenta il maestro che, attraverso il processo della separazione, ci conduce all’unione vera. Tutti coloro che hanno problemi di coppia o di solitudine dovrebbero avere la chiave che questo mito nasconde.
Quindi arriva il mito di Medea che narrato in chiave immaginale ci insegna a non sperimentare mai più la tristezza, non come un evento capace di renderci vittime e di schiacciarci. Nel mito di Medea ci sono gli strumenti per trasformare rabbia e tristezza in forze e potenti alleate. Poi il mito di Prometeo che ci offre un grande sostegno per smettere di auto boicottarci e liberarci dai sensi di colpa. Ed infine la storia di Agamennone che ci mostra da vicino gli effetti di una prospettiva patricentrica non mediata dall’anima, la quale viene sacrificata in nome del potere. Riconoscere questi atteggiamenti quando si presentano nel nostro mondo e nelle nostre vite è fondamentale per superarli. Arianna, Antigone, Perseo, Cassandra, Orfeo, Medea, Prometeo, Agamennone sono gli otto miti contenuti in questo libro: leggerli è un viaggio per prendersi cura dell’anima. Dopo il racconto di ogni mito, introduco il lettore alla conoscenza di una storia vera di qualcuno che, attraverso la conoscenza del mito, ha potuto superare un problema o risolvere un disagio. Ed infine propongo per ogni mito un breve rituale meditativo (OMI, One Minute Immersion) attraverso il quale il lettore potrà rispecchiarsi e, riconoscendosi, divenire co-creatore del proprio destino insieme agli dei.
 
Selene Calloni Williams
Selene Calloni Williams. Foto: Copyright © Selene Calloni Williams / ph Adrian McCourt.
 
Come fanno i miti a guarire le nostre vite?
È possibile guarire leggendo una storia? Sì, se questa è un mito e se il mito è raccontato in chiave immaginale. Attraverso la narrazione del mito in chiave immaginale è possibile esercitare un’operazione magico-sciamanica che ci consente di trasformare i “mostri” della nostra vita in strumenti di libertà e di forza. In verità ci è possibile cambiare qualsiasi esperienza o comportamento, a patto di essere capaci di risalire alla prima volta in cui quell’esperienza si è prodotta. Partendo da una visione immaginale, secondo la quale l’esistenza è immagine, proiezione, sogno, impermanenza, vacuità e procedendo sul fermo suolo della non oggettività delle cose, ci è chiaro che il mito non serve a descrivere una realtà data, ma porta in essere la realtà. Vale a dire che noi siamo narrazione e che il mondo è narrazione. Da ciò si comprende che ogni esperienza si è prodotta per la prima volta, attraverso un atto mitopoietico, in un tempo mitologico, un tempo degli dei. Il mito ci consegna l’origine delle cose e, quindi, la conoscenza del mito ci fornisce la chiave del vero cambiamento, poiché risalendo all'origine delle cose ci è possibile trasformarle.
 
Selene Calloni Williams
Selene Calloni Williams. Foto: Copyright © Selene Calloni Williams / ph Adrian McCourt.
 
Ciascuno di noi mette in scena nella propria vita uno o più miti. Qual è un mito, fra tutti, che pensi possa essere di fondamentale importanza nel riconoscerlo per poter vivere più sereni e liberi?
Oggi punterei sul mito di Agamennone e su quello di Perseo: il primo ci parla della nostra civiltà patricentrica, il secondo ci dà le chiavi per superarla. Oggi più che mai il mito ci è utile. La pace in Europa si è frantumata, la guerra ci devasta emotivamente, prima ancora che economicamente. La civiltà a tratti sembra veramente andare in pezzi. Il cambiamento climatico e i disastri naturali, l’inquinamento che appare inarrestabile, il divario sociale che si amplia, la povertà e la disperazione in una civiltà che teoricamente doveva servire a proteggere i più deboli, ci fanno pensare che il cuore stesso del nostro mondo si sia crepato, come un cristallo prossimo a polverizzarsi. Abbiamo bisogno di maghi, mistici, poeti e sciamani capaci di parlare il linguaggio poetico del mito per curare le ferite dell’anima e guarire l’anima del mondo. Apprendere il mito, praticare il mito, trasmettere il mito è una attività che raccomando a tutti, è un ottimo modo per avere una vita famigliare e relazionale ricca di momenti preziosi.
 
Selene Calloni Williams - Intervista Avion Tourism Magazine
Selene Calloni Williams. Foto: Copyright © Selene Calloni Williams / ph Adrian McCourt.
 
Come possono aiutarci i miti a superare i momenti più drammatici, dentro e fuori di noi, e a leggerli da un punto di vista spirituale per viverli come un salto quantico che ci possa far comprendere il vero senso delle cose, degli eventi e la sacralità della vita?
La conoscenza del mito può guarire le ferite della psiche e del corpo perché ci dà la possibilità di immaginare. La differenza tra chi è vittima delle proprie paure e chi non lo è sta nella capacità di immaginare queste stesse paure. Entrambi, la vittima della paura e la persona tranquilla, sentono risuonare dentro di sé la voce degli dèi, la voce dell’invisibile. La divinità parla in noi dall’ombra, dall’invisibile e lo fa in modo poetico, il divino parla per metafore. Quando non si è capaci di immaginare si intende la voce della divinità in senso letterale e se ne viene atterriti, quando ci si concede di immaginare si intende la voce in senso metaforico e non se ne viene travolti, ma potenziati. Quando l’ombra parla, se non possiamo immaginarla e viverla metaforicamente, la sentiamo in noi come un impulso ad agire; perciò, ci spaventa al punto da bloccarci, come, per esempio, accade negli attacchi di panico. Non a caso si dice che l’ansia sia “eccitazione repressa”, essa è un potenziale che l’ansioso non è in grado di interpretare e, quindi, di utilizzare. La conoscenza del mito ci aiuta molto poiché ci fornisce strumenti per immaginare le nostre paure.
La capacità di immaginare ci aiuta anche a risvegliare “superpoteri”. In verità si tratta di doti, capacità che appartengono da sempre all’essere umano in quanto tale, ma che, nel corso della sua storia egli ha trascurato, rimosso e, infine dimenticato. Siamo fatti in modo tale per cui se possiamo immaginare qualcosa allora possiamo realizzarla, se non possiamo immaginarla, non possiamo realizzarla. Il mito ci aiuta a immaginare. Se ci ha reso la vita più comoda, il progresso ci ha portato a dimenticare doti e talenti primitivi. Quando è stata inventata la scrittura, il dio egizio Thot ammonì gli uomini, dicendo che avrebbero perso la memoria. Oggi, a causa di internet, gli individui hanno ridotto notevolmente la loro capacità di concentrazione, si dice che abbiano la soglia di attenzione di circa 9 secondi, pari a quella di un pesce rosso. Insomma, ci siamo persi per strada tanti poteri, ma li possiamo recuperare se riusciamo a immaginarli. Il mito ci spinge a immaginare oltre ai normali stimoli della quotidianità.
Il mito ci narra l’origine delle cose, di come, cioè, le cose sono venute in essere, ci racconta della prima volta in cui qualcosa si è manifestato nel mondo. Esso ci parla di un tempo delle origini, che non è da vedere come un tempo passato, ma come un eterno presente. Il racconto del mito, infatti, porta con sé tutta la forza del potere creativo della poesia, che è anche “poiesi”, creazione dell’anima. Attraverso le narrazioni archetipiche, conosciamo una possibilità che può sempre realmente accadere.
 
Selene Calloni Williams - Intervista Avion Tourism Magazine
Selene Calloni Williams. Foto: Copyright © Selene Calloni Williams / ph Adrian McCourt.
 
Pensi che nell’era odierna che stiamo vivendo, in questo preciso momento storico, l’essere umano sia pronto per questo salto quantico?
Pronto o no si deve fare. Oggi siamo dominati, la nostra mente plasmata, i nostri gusti formati, le nostre idee condizionate da gente di cui non abbiamo mai sentito parlare. La propaganda e l’ingegneria del consenso hanno raggiunto livelli altissimi. Siamo a un punto di non ritorno. Leopardi affermava che “La storia dell’uomo non presenta altro che un passaggio continuo da un grado di civiltà ad un altro, poi all'eccesso di civiltà, e finalmente alla barbarie, e poi da capo”. Oggi abbiamo bisogno di sciamani-traghettatori perché siamo al punto di non-ritorno in cui il crollo e poi la rinascita sono inevitabili.
 
Perché e a chi consigli di leggere “Daimon”?
Lo consiglio a tutti coloro che vogliono uscire dai comuni schemi di pensiero e sviluppare un pensiero del cuore, una mente poetica mentre guariscono le ferite dell’anima.
 
Selene Calloni Williams
Foto: Copyright © Selene Calloni Williams / ph Adrian McCourt.
 
Ci puoi anticipare l’argomento del tuo prossimo libro e quando uscirà?
Il mio prossimo libro uscirà nella primavera del 2023, si intitolerà “Kintsugi, ripara le ferite dell’anima e rendi prezioso ogni istante della tua vita”. Kintsugi, infatti, nella filosofia spirituale del Giappone è l’arte di riparare gli oggetti rotti con l’oro. In senso molto lato essa diviene l’abilità di fare delle nostre ferite fisiche ed emotive un prezioso patrimonio di forze e possibilità.
 
Selene Calloni Williams organizza  anche "Viaggi d’illuminazione” che danno la straordinaria opportunità di visitare luoghi sacri capaci di nutrire l’anima, arricchendola di bellezza, equilibrio ed armonia. 
 
Intervista a cura di Angela Trivigno
Avion Tourism Magazine
Foto: Copyright © Selene Calloni Williams / ph Adrian McCourt.

 
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Chi desidera scoprirne in modo più approfondito il pensiero e la filosofia dell'autrice, può scegliere tra tutti i libri di Selene Calloni Williams

 
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